C.s. AVC RINUNCIA AL RICONOSCIMENTO PRESSO IL MINISTERO-01.02.2023

C.s. ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA – 01.02.2023

AVC RINUNCIA AL RICONOSCIMENTO PRESSO IL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA

L’Associazione Vittime della Caccia in data 19/01/2023 ha formalizzato la rinuncia al suo riconoscimento presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, riconoscimento in vigore dal 2014 da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

I nomi hanno la loro importanza.

Con l’ultima legge di bilancio 2023 il governo Meloni ha di fatto dato il via a un preoccupante disegno di smantellamento dell’attuale legge quadro 157/92.
Prendendo a pretesto il sovrappopolamento degli ungulati, in primis i cinghiali, si consente la caccia a tutta la fauna selvatica nelle aree protette e nei centri urbani, creando peraltro le condizioni per la filiera di carni di selvatico e tutto l’indotto che questo meccanismo può alimentare.
Ma la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato? O è un business?

Al Senato è stato approvato il passaggio contenuto nel decreto legge 173/22 recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. La materia caccia e fauna selvatica passerà sotto il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste*.

Della “sovranità alimentare”!

Le parole hanno la loro importanza.

Si è deciso di accogliere le richieste del mondo venatorio e di Coldiretti eludendo il fatto che gli abbattimenti di questi anni non solo non hanno inciso sul loro obiettivo, ma al contrario hanno visto crescere il numero dei cinghiali e non solo.

Al mondo ambientalista e animalista si impedisce di aprire un confronto serio e costruttivo con le istituzioni al fine di concertare soluzioni e strategie (previste dalla legge 157/92) non cruente in relazione alla gestione e al contenimento di specie selvatiche. Si accontentano invece i cacciatori, ovvero coloro che da anni alterano gli equilibri tra prede e predatori naturali.

Da sempre il territorio è stato gestito nell’interesse del mondo venatorio, anche in barba alla sicurezza dei cittadini e alla qualità della vita di chi abita laddove si caccia.

Infatti, anche questa ultima stagione venatoria (canonica) ha evidenziato ben 79 persone vittime di armi da caccia e dei cacciatori, come riportato nell’ultimo DOSSIER VITTIME DELLA CACCIA 2022-2023 a questo link> https://www.vittimedellacaccia.org/avc-dossier-2022-2023-cronologia

Pertanto l’Associazione Vittime della caccia di fronte a questa scellerata deriva non vuole essere più riconosciuta da un ministero estraneo ai propri fini (quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) che in materia di tutela dell’ambiente e della fauna selvatica è totalmente assente e orientato a perseguire altre finalità.

La decisione irrevocabile è un atto di protesta che auspichiamo possa indurre a una riflessione critica anche altre Sigle associative che non trovano più un riscontro identitario con le politiche di questo governo e del Ministero dal quale siamo onorati di fuoriuscire.

Daniela Casprini, presidente Associazione Vittime della caccia – Roma, 01.02.2023

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