Minori e caccia: Raccolta stampa 2018

Raccolta di rassegne stampa in materia di minori e caccia, fino al 2018

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  • A lezione di ambiente dai cacciatori

La risposta della dott.ssa Roberta Luberti,  psicoterapeuta – 01 Marzo 2011

“In merito alla vicenda di Rignano sull’Arno “A lezione di ambiente dai cacciatori: Alunni delle primarie hanno assistito alle fasi del ripopolamento” riproponiamo la lettera di Roberta Luberti, medico psicoterapeuta, che ha inviato al Sindaco di Rignano sull’Arno e pubblicata anche su cacciastop.org

“Gentile Sindaco, ho letto su La Nazione del 1° febbraio, nella pagina dedicata alle notizie sul Valdarno, un articolo firmato da Antonio Degl’Innocenti, dove si dà notizia di un’iniziativa della sezione venatoria dell’ARCI e del Comune.

In tale articolo si dice che “l’associazione rignanese ha voluto mostrare a bambini e insegnanti che la caccia non è di per sé distruttiva per l’ambiente, ma anzi, se accompagnanta dall’impegno nella gestione per tutto l’anno (….) è un trampolino per una migliore conservazione e tutela della fauna”.

Il problema che voglio porLe è legato alla lezione di indifferenza, somministrata a soggetti in età evolutiva, verso la sofferenza e l’uccisione di creature viventi, seppure non umane. Sofferenze ed uccisioni neanche dettate da necessità di sopravvivenza, ma dalla passione per un’ attività cruenta. Tale lezione di indifferenza, se è vero quanto riportato nell’articolo, avrebbe avuto appunto la finalità di dimostrare che la caccia non è di per sé distruttiva per l’ambiente.

Non voglio dilungarmi troppo, ma Lei sa bene quanti modi realmente efficaci e non violenti ci possono essere per tutelare l’ambiente.

Riporto ancora uno stralcio dell’articolo: “…Questa volta anche gli alunni hanno partecipato alle catture che si concludono, poi, con la liberazione degli animali in zone prestabilite. L’emozione dei ragazzi nel vedere da vicino gli animali è stata più che palpabile, ….Anche i cacciatori (…) hanno ottenuto una soddisfazione impagabile data dall’entusiasmo dei ragazzi che hanno apprezzato la figura del cacciatore nel suo complesso”.

Cosa significa nel suo complesso? Che siccome fanno delle azioni per l’ambiente (azioni la cui utilità e chiarezza degli intenti è peraltro messa in dubbio da molti. Ma non voglio ora entrare in questo merito), per il famoso principio per cui una mano lava l’altra, si può soprassedere e tacere anche sulla sofferenza arrecata? Cosa per l’appunto è stato detto ai bambini sulle sofferenze che i cacciatori infliggono? E’ stato detto che anche gli altri esseri viventi provano emozioni? E sono stati mostrati i danni che i cacciatori arrecano in moltissimi casi al territorio, agli animali domestici e agli stessi esseri umani?

O queste sono comunicazioni non adatte ai bambini? Direi invece che non sono “adatte” la negazione o la minimizzazione dell’aspetto più rilevante della pratica dello “sport” della caccia, e cioè che è uno sport che porta morte.

Ritengo quindi questa operazione pedagogicamente molto discutibile in quanto, seppure immagino -e spero- messa in atto in buona fede dal Comune, essa si traduce nei fatti nel dare ai bambini/e informazioni mistificanti, oltre che neganti (negazione quale moderna versione della comunicazione che gli animali non proverebbero dolore fisico) aspetti importanti della realtà.

Della stessa negazione sono fatti oggetto i bambini, i quali, notoriamente, se non condizionati, amano istintivamente gli animali e con essi si identificano, a tal punto che la psicologia infantile per indagare gli aspetti che riguardano il mondo interno dei bambini utilizza personaggi animali (ad es. Blacky Pictures, Child Apperception Test, Sceno-Test, …). Viene da chiedersi quale meccanismo di scissione emotiva e di pensiero sia obbligato a compiere un bambino per poter fronteggiare un’angoscia di morte così ingestibile.

Questo in un periodo difficile, ma nel quale le conoscenze sulla cultura della non violenza, comprendente l’attenzione all’ambiente e al rispetto per tutti i viventi, nonché le possibilità di accedere a tali conoscenze, sono comunque tante: ritengo doveroso farne parte ai bambini e alle bambine, nell’ottica di una formazione coerente e non foriera appunto di pericolose scissioni.

Auspico con tutto il cuore che le iniziative lodevoli a favore della non violenza, con particolare attenzione all’ambiente, che Voi sicuramente ancora farete, escluderanno insegnanti tanto discutibili, quali sono i cacciatori, se non per additarli, coerentemente, ad esempio negativo.” Roberta Luberti

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  • 03 Maggio 2011  – Annullate le lezioni di caccia per i bambini
    Dopo numerose polemiche l’iniziativa extra-didattica è stata sospesa. Radicali soddisfatti.

GENOVA – Annullate le lezioni di caccia ai cinghiali nelle scuole di Rocchetta di Vara, La Spezia. L’iniziativa aveva sollevato, sin dall’inizio, numerose polemiche e rigide prese di posizione, l’Enpa si era subito opposta con fermezza definendo il progetto extra-didattico poco educativo e privo di garanzie per l’infanzia.

«In questo caso la storia è finita bene
– commentano i radicali Donatella Poretti e Alessandro Rosasco – e i bambini di Rocchetta Vara, grazie all’impegno delle numerose associazioni di volontariato che si sono attivate, non saranno indottrinati dagli autori di quella che rimane una pratica sanguinaria assolutamente diseducativa. Purtroppo, però, altre volte simili occasioni avvengono senza che la notizia arrivi sui giornali e senza che associazioni animaliste e ambientaliste possano avere modo di venirne a conoscenza e reagire, passando in questo modo senza riserve all’attuazione grazie anche ad amministrazioni comunali e dirigenti scolastici che si piegano alle lobby dei cacciatori. Saremo vigili affinchè certi squallidi teatrini, altamente dannosi per l’educazione di bambini in età scolare non debbano più accadere». Fonte: www.lastampa.it

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  • 15 Luglio 2011  – Cacciatori a scuola per spiegare fiori e animaliCacciatori tra i banchi delle scuole elementari per spiegare ai bimbi la flora e la fauna locali. Ovviamente strizzando l’occhio all’importanza «fondamentale» dello schioppo «nell’equilibrio ambientale, sociale ed economico» del territorio. Succede a Nave, bassa Valtrompia, notoriamente ombelico del mondo delle doppiette.

«Non si tratta di lezioni di caccia ma di educazione ambientale» puntualizzano i fautori delle escursioni didattiche. Intanto l’iniziativa, a cura dell’associazione migratoristi italiani (Anuu) in collaborazione con forestali e docenti, ha sollevato un polverone.

Anzitutto perché si è scoperto che l’educazione all’ambiente così come la intendono i cacciatori non è isolata. A Brescia ha luogo anche in altre scuole – per esempio ad Agnosine e Lumezzane – e qualcosa di simile esiste a Ponte Buggianese (Pistoia), Rignano sull’Arno e Troghi (Firenze). Ci si è provato anche a Rocchetta di Vara (La Spezia) ma la rivolta degli ambientalisti ha imposto lo stop. Abbastanza per spingere due senatori, Donatella Porretti e Marco Perduca (Radicali e Pd) a formulare una interrogazione ai ministri Gelmini e Prestigiacomo per avere lumi su una «vera e propria azione di proselitismo dei cacciatori nelle scuole italiane». In attesa della risposta, a Nave “le passeggiate naturalistiche” sono state blindate: un documento sottoscritto all’unanimità dalla Lega e dalle civiche di area Pdl e Pd e incorporato in una delibera, impegna il Comune ad assicurare l’impegno didattico delle associazioni venatorie. «Non abbiamo fatto alcun proselitismo» evidenzia il capogruppo del Carroccio Marco Bassolini, «ma è giusto che si insegni che la caccia non è una attività ricreativa ma una tradizione radicata». Ma per Legambiente è solo un escamotage: «La caccia è in calo, non c’è ricambio generazionale» dice il coordinatore Isaac Scaramella, «così i cacciatori cacciano i giovani». Fonte: www.radicali.it
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/cacciatori-scuola-spiegare-fiori-animali